CITAZIONE
Una madre e una figlia. La figlia tiene un diario e la madre lo legge. Alla storia di anaffettività, di sentimenti negati o traditi della giovane Mia, Giulia risponde con la propria storia segnata da quell'"essere di legno" che sembra la malattia, il tormento di entrambe. È come se madre e figlia si scrutassero da lontano, o si spiassero, immobilizzate da una troppo severa autocoscienza. Bisogna tornare indietro. E Giulia lo fa. Torna a riflettere sulla giovinezza ferita dall'egoismo e dalla prepotenza di una sorella falsamente perbenista, sul culto delle apparenze della madre e sul conforto che le viene da una giovane monaca peruviana, Sofia. Torna a rivivere i primi passi da medico, fra corsie e sale operatorie, il matrimonio con un primario, la lunga attesa di una maternità sofferta e desiderata. Più la storia di Giulia si snoda nel buio del passato, più affiorano misteri che chiedono di essere sciolti. E il legno si ammorbidisce. Ma per madre e figlia l'incontro può solo avvenire a costo di pagare il prezzo di una verità difficile, fuori da ogni finzione.
"
Piccole putt**elle crescono": è questo il titolo che, secondo una mia amica, dovrebbe avere questo libro. E io sono perfettamente d'accordo con lei.
Il libro è un alternarsi di capitoli in cui ci sono le pagine del diario di Mia e di altri con i pensieri della madre su di essi e sul suo passato.
Che dire? Non mi è piaciuto per niente. Né per come è scritto (l'autrice spesso usa la tecnica del flusso di pensiero, ma non mi piace il modo con cui ne fa uso) né per la caratterizzazione dei personaggi, ovvero Mia, la figlia, e Giulia, la madre.
Mia è una che, nonostante ricambi un ragazzo d'oro che la ama, non si fida dell'amore e degli uomini e si racchiude nel proprio dolore (mai capito questo dolore da cosa diavolo è causato, poi) e per questo passa i sabato sera nel letto di ragazzi che il giorno dopo già dimentica. Figuratevi che la sua prima volta l'ha fatta col suo insegnante di dopo scuola perché
gli era caduta la penna e lei l'ha interpretato come un segnale. Una penna caduta!
La mamma non è da meno, anzi: è pure peggio. Da giovane stava con un ragazzo, ma lo trova a letto con la sorella, che si doveva sposare. Ovviamente, non è che li manda a quel paese e si incazza come una bestia, no! Con la sorella quasi non se la prende, e poi va a letto con questo ragazzo (lei era vergine), prima di lasciarlo.
Poi si sposa con un medico (lo è anche lei), ma giusto per pietà reciproca. Poi si innamora davvero per la prima volta in vita sua all'età di 40 anni, e indovinate di chi? Di un peruviano 17enne. Poi non si capisce se Mia è figlia di questo ragazzo o del marito, ma alla fine lei lascia il ragazzo.
Ah, dimenticavo un'altra cazzata del libro! La mamma, da giovane, conosceva una suora peruviana. Un giorno vanno insieme su un bus, e il giorno dopo la suora torna in Perù. Perché? Perché sul bus c'era il ragazzo che lei aveva amato e che aveva seguito, dopo un anno che lui era partito e si era pure sposato, in Italia. WTF?!
Insomma, un libro piuttosto mediocre in cui i personaggi sembrano delle bambole, dei burattini.
Voi l'avete letto? Che ne pensate?
Edited by -Connie- - 19/4/2013, 15:32